domenica 23 agosto 2009

Diario di Bordo Transiberiana - puntata Cinque


Siamo quasi alla fine del nostro viaggio, e prima di riprendere il treno per l’ultima, lunghissima tappa di 72 ore fino a Vladivostok, abbiamo fatto qualche giorno di pausa al meraviglioso lago Baikal. Arrivati a Irkutsk, siamo saliti su un pulmino da 15 posti per un avventuroso viaggio di quasi 7 ore in direzione del lago.
Da subito l’impressione arrivati a Irkutsk и stata quella di trovarsi in mezzo a gruppi etnici per buona parte diversi dai russi. Si tratta dei Buriati buddisti (cugini stretti dei mongoli) che qui costituiscono una buona parte della popolazione e la maggioranza nei pressi del lago Baikal, che infatti fa parte della Repubblica semiautonoma dei Buriati.
Per arrivare siamo saliti su alcune colline che presto ci hanno offerto un paesaggio che da noi si trova solo in alta montagna. Paesi e case sempre piщ rari e strade solo sterrate facevano da cornice alla discesa che ci portava a questo lago, praticamente quasi disabitato e con pochissimi segni della presenza umana.
Il battello ci ha portati sull’isola, dove dopo la registrazione (tutto il territorio fa parte di un parco nazionale) il pulmino ha attraversato buona parte dell’Isola Olkhon, fino ad arrivare al villaggio che ci ha ospitati. Anche in questo le dimensioni sono enormi. Il lago misura 636 km di lunghezza e circa 60 di larghezza; и il piщ profondo del mondo (in un punto il fondo raggiunge i 1637 metri!) e contiene un terzo dell’acqua dolce del pianeta. La nostra isola, che vista sulla cartina и minuscola rispetto al lago, и lunga 74 km! In lontananza si vedono dei bei monti coperti da pinete, mentre a poca distanza dal nostro paese, c’и una baia con delle scogliere fantastiche, che offrono panorami e tramonti incantevoli.
Durante il soggiorno c’и tempo anche per tentare il bagno nel lago (la temperatura dell’acqua sembra che non superi mai i 15 gradi, e si sente!). L’acqua и talmente pulita da essere potabile a quanto pare; una volta uscito dall’acqua il freddo и stato alleviato da un paio di bicchieri di vodka generosamente offerti da un gruppo di russi sulla spiaggia, incuriositi dalla presenza di un turista italiano.
Il popolo dei buriati considera quest’isola una dei cinque poli mondiali di energia sciamanica; in vari punti dell’isola (sulle scogliere e su una collina poco distante sulla quale sono salito) ci sono infatti dei pali completamente ricoperti da lacci di stoffa, preghiere e altri oggetti che probabilmente sono intenzioni di preghiera. Qui c’и un forte legame con i buddisti del Tibet, e questo clima lo si respira in questi luoghi cosм caratteristici.
Il paese и carino e si capisce subito che negli ultimi anni ha vissuto una sorta di boom turistico; ovunque ci sono affittacamere, negozi di souvenir o servizi vari per i turisti. Turisti che sono tanti e quasi tutti russi; incrociamo qualche tedesco, spagnolo e francese ma degli italiani neppure l’ombra dall’Anello d’Oro intorno a Mosca. Eppure a fianco di tanti sforzi per attirare turisti e offrire loro servizi di ogni genere (noleggi vari, saune, escursioni guidate ecc.), resta la tipica incuria russa per l’ambiente. Qui и normalissimo buttare qualunque tipo di rifiuto o di oggetto che non serve piщ, in un bosco o in una zona fuori dal paese. Dietro le case ci sono distese di macchine o navi abbandonate ridotte a un ammasso di ruggine e sporcizia. Addirittura durante una camminata, trovo in mezzo ad una bella pineta una vera e propria discarica a cielo aperto (che noi chiameremmo abusiva…); per almeno 300 metri la strada nel bosco и completamente circondata di rifiuti di ogni tipo, ed i numerosi gabbiani dell’isola fanno la spola tra la spiaggia e questo angolo di paese che vanifica gli sforzi di molti per rendere accogliente ai visitatori un ambiente che merita veramente di essere visitato e conosciuto.
Russia. Terra di grandi contraddizioni. Economiche, sociali, ambientali, politiche. E come sempre, per vederle bisogna uscire dalle cittа, dalle capitali che dicono sempre poco su come vive una nazione. Le cittа che abbiamo visto erano quasi sempre ordinate, imponenti, pulite, addobbate di fiori all’inverosimile. I paesi della periferia di questa grande nazione non sono assolutamente cosм. Appaiono sempre piщ dimenticati dai governanti che distano migliaia di chilometri. A Olkhon non solo non ci sono le fogne, ma non c’и neppure l’acquedotto; ogni giorno delle vecchissime autocisterne fanno la spola tra i pochi pozzi del paese e le cisterne delle case. Qui un po’ di benessere sta arrivando grazie al turismo, ma nelle altre decine di migliaia di villaggi della Russia? Sono ancora lontani da quel “benessere” che poi, spesso tale non и, impegnati come siamo a cercare solo un “benavere”…
P.S. scusate i segni strani ma le tastiere russe non hanno le vocali accentate...

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