domenica 30 dicembre 2007

Diario dalla Terrasanta: 30 dicembre 07


E’ il giorno di Gerusalemme e dell’entrata nei territori occupati. Giornata significativa dal punto di vista socio-politico per comprendere meglio la situazione, ma anche (e soprattutto) dal punto di vista spirituale.
Il paesaggio cambia abbastanza in fretta. Da una parte ottime strade (asfaltate bene, con lampioni, paracarri, marciapiedi), pulizia, ordine e verde ben curato (sicuramente complice anche le recenti piogge): Israele. Dall’altra sporco ovunque, paesaggio secco e brullo (attraversiamo anche il deserto di Giuda), disordine, case non finite, strade pessime, povertà: Palestina. In mezzo i famosi check-point che, soprattutto nelle città, formano delle code lunghissime ed estenuanti.
La parabola del buon Samaritano inizia dicendo “uno uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico…” Ora da quella strada in poi verso la “città santa”, è un mix angosciante di reticolati, filo spinato, muri, posti di blocco, auto bruciate, soldati giovanissimi (poco più che 18enni) con i mitra imbracciati. La sensazione che si prova non è certo piacevole per noi che passiamo pochi giorni in Palestina (e che sostanzialmente possiamo andare ovunque). Risulta quasi difficile immaginare con quale spirito si può vivere sia in Palestina che in Israele.
Non appena scendiamo dal pullman nei pressi di Gerico, siamo subito assaliti da alcuni venditori saltati fuori da chissà dove, con i quali è d’obbligo la trattativa per riuscire ad abbassare di molto il primo prezzo proposto. Ci provo anch’io in un negozio che praticamente svaligiamo, ma al primo tentativo esagero e la trattativa deve riprendere con un altro negoziante più paziente! Alla fine però i bicchierini per grappe e vodke sono miei ad un buon prezzo.
Appena arrivati nei pressi di Gerusalemme, la prima cosa che colpisce è il famoso muro che isola completamente i quartieri arabi dal resto della città, rendendo impossibile la vita per i palestinesi. Andiamo subito a Ramallah, il quartier generale palestinese. Quartiere vivacissimo e popolato, sotto il controllo dell’OLP. Ci rechiamo nella parrocchia cristiana e incontriamo un sacerdote. L’incontro è intenso e commovente. Lui è palestinese (che non è sinonimo di musulmano!) e ci spiega che in Palestina il 2% circa della popolazione è cristiana. Negli anni ‘40 a Ramallah erano il 47% degli abitanti, ora sono soltanto quasi 2000 (1200 cattolici) su una popolazione di 200.000 abitanti. Racconta di come il governo israeliano li tratta quasi peggio dei musulmani, e fa di tutto perché la loro presenza diventi sempre più insignificante da tutti i punti di vista: l’obiettivo è che se ne vadano tutti. C’è un buon rapporto con i musulmani a parer suo, anche perché sono uniti dal dramma comune dell’occupazione israeliana in quella che è la loro terra. Colpisce che sia il sindaco di Betlemme sia quello di Ramallah siano cristiani. E il loro sindaco addirittura è donna; votata dai musulmani! Altri preconcetti che pian piano vengono abbattuti. L’incontro è commosso e si percepisce quanto sia importante per loro sentire la vicinanza e la solidarietà di altri cristiani. Non si poteva finire che con una preghiera, semplice ma commossa!
Si riparte per la pausa-pranzo (naturalmente con un buon ritardo dovuto alla coda al check-point) e poi via verso il centro di Gerusalemme. Passiamo dal coloratissimo e vivacissimo mercato del quartiere arabo per arrivare al luogo santo per eccellenza: il sacro sepolcro. Non tentiamo neppure di celebrare la classica via-crucis lungo la “via dolorosa”, che sarebbe ardua dal punto di vista della partecipazione in mezzo a bancarelle e negozi! Partecipazione che non è certo aiutata dal clima che troviamo nella Basilica del Sacro Sepolcro. Ambiente tetro, disordinato e estremamente caotico: fa tristezza pensare a Gesù che poco prima di morire chiese ai suoi apostoli di essere uniti nel suo nome. Perché nella Basilica vi sono praticamente tutte le confessioni cristiane, che non si mettono d’accordo neppure sul restauro che necessita la bruttissima edicola che copre il Sepolcro (che infatti è puntellata). Vi sono rappresentanti cattolici, ortodossi, greci, armeni, francescani e chi più ne ha più ne metta. Ognuno con la sua processione ogni 15 minuti (a turno), con le sue cappelle ed i suoi rappresentanti. Il risultato non aiuta ad entrare nel clima che uno vorrebbe trovare per l’incontro con il luogo dove avvenne la Resurrezione, evento che da significato al nostro essere cristiani e alla nostra vita! Ma nonostante questo, dopo un’ora di coda, di spintoni e di pause per le varie processioni, si entra finalmente (per pochissimi secondi) nella cripta del sepolcro. Toccare anche solo per un attimo quella roccia è a dir poco emozionante. Un’emozione che, tra mille sensazioni e pensieri, continua per parecchio. Così la Messa che celebriamo in una cappella della Basilica viene arricchita dal clima che si è creato dall’incontro con un luogo, ma soprattutto dall’incontro con il Signore della Gioia.
E si riparte…
Dopo la visita più “turistica” della Basilica, usciamo dal centro e via verso il nuovo albergo. Cena, chiacchiere e poi in camera… Sorpresa serale: riesco a collegarmi a internet via wi-fi (mezzo abusivo, perché quello dell’albergo è a pagamento!). Questa notte missà che dormirò un po’ di meno. E domani è l’ultimo dell’anno!

Diario dalla Terrasanta: 29 dicembre 07


E’ la giornata dei luoghi più che degli edifici, nei quali oggi quasi non entriamo. I luoghi della vita pubblica di Gesù, dove ha svolto gran parte del suo ministero e della sua predicazione. L’avvio della giornata non è promettente: si parte da Cana, dove a parte la folla oceanica che già dalle 8 di mattina ha invaso la chiesetta che ricorda il primo miracolo, siamo circondati da venditori di vino dal nome miracoloso… Si arriva poi nella depressione che accoglie il lago di Tiberiade (nella Bibbia chiamato spesso mare per le sue notevoli dimensioni) e ci rechiamo sul fiume Giordano, nel luogo che ricorda il Battesimo di Gesù. L’impressione non è positiva non tanto per l’acqua stagnante a causa delle chiuse che trattengono la poca acqua nel lago, ma per l’edificio dal quale i pellegrini sono costretti a passare sia all’entrata che all’uscita: una sorta di supermarket del sacro addirittura con le corone di spine con tanto di “certificato di autenticità”! Forse la cacciata dei mercanti dal tempio non è bastata… evidentemente qualcuno non ha ancora capito il concetto. Ci sono pellegrini che si immergono nelle acque del Giordano per ripetere il gesto purificatorio: a fianco di alcuni coinvolti emotivamente dal gesto, ve ne sono altri che forse lo vivono con una eccessiva dose di folklore tra risate, urla e “kit del catecumeno” fornito dal centro che forse vuole far concorrenza a qualche centro termale. Il tour riprende poi per il lago di Tiberiade. Inizia il vortice di luoghi che richiamano la maggior parte degli episodi evangelici: moltiplicazione dei pani e dei pesci, chiamata dei primi apostoli, e il monte delle Beatitudini. Sono una delle pagine più belle del Vangelo, e celebrare la messa sui monti dove sono state proclamate (in luoghi semplici che richiamavano i poveri e i semplici, escludendo i potenti e i sapienti del tempo), aiuta a sottolineare quanto è forte il loro messaggio e quanto “rivoluzionario” il metterle in pratica. Pranzo al ristorante praticamente italiano (addirittura spaghetti al pomodoro cotti al dente!) e poi una splendida discesa a piedi in mezzo alle colline delle Beatitudini, tra enormi piantagioni di banane e verdi prati, così rari da vedere in Israele. Ed eccoci al villaggio di Cafarnao, o a quel che ne resta. Scavi archeologici ben conservati, soprattutto della bellissima Sinagoga. E’ uno dei pochi luoghi che quasi sicuramente corrisponde come dislocazione a quelli dove si svolsero i fatti narrati dai Vangeli. Vi è infatti la casa di Pietro (che era un po’ la base operativa degli apostoli), sulla quale qualche delinquente di architetto o ingegnere ha avuto la brillante idea di fare una copertura in cemento armato che chiamare “ecomostro” o a forte impatto paesaggistico sarebbe un eufemismo. Però l’emozione di guardare lo spazio fisico (o quel che ne resta) dove successero certi fatti, non può non provocare come minimo un brivido lungo la schiena… E poi via ancora a piedi alla volta di un battello per l’attraversamento del lago fino alla città di Tiberiade. Impossibile descrivere la bellezza di un tramonto invernale con il sole che scende dietro i monti; neppure le foto possono riuscire a rendere giustizia alla meraviglia del paesaggio, e quando uno stormo di anatre parte in volo dallo specchio d’acqua dentro il quale si rispecchia il sole, viene voglia di tentare di camminare veramente su quel lago tanto bello che pare impossibile possa aver spaventato gli apostoli con una tempesta terribile mentre Gesù dormiva in barca… Finale dell’escursione a Tiberiade, moderna cittadina lacustre turistica, con il suo bel lungolago ed i viali commerciali. Peccato si trattasse di una città quasi completamente ebraica, ed il calendario diceva che era un sabato. Risultato: una passeggiata in una città-deserto. E pensare che il giorno prima nel quartiere arabo di Nazareth era venerdì, ed il clima era completamente opposto. Segno forse di un modo diverso di seguire regole, precetti e tradizioni? Uno dei tanti miti che questi giorni aiutano a sfatare…

Diario dalla Terrasanta: 28 dicembre 07


La giornata inizia di buon’ora con la visita ai resti archeologici di Zippori. Significativo è stato il vedere come all’epoca di Gesù (o poco dopo), nella zona vi fossero insediamenti residenziali di “lusso” e pregevoli. Le ville di cui abbiamo visto i resti da questo punto di vista erano sicuramente significative, e lo testimoniavano i meravigliosi mosaici che sono ancora visibili. Eppure Dio per nascere ha scelto un villaggio povero, in una famiglia semplice e umile, che al momento della nascita del figlio non è riuscita a trovare altro che una stalla: “per loro non c’era posto”… Finalmente abbiamo poi iniziato a solcare i luoghi frequentati da Gesù. Sul Monte Tabor la leggenda vuole che sia avvenuta la Trasfigurazione. La leggenda perché per molti luoghi non c’è la sicurezza scientifica che fossero quelli effettivamente dove sono avvenuti i fatti narrati dai Vangeli, però la tradizione e alcune “ipotesi” li hanno associati agli eventi conosciuti. E’ stato emozionante comunque essere sul monte della Trasfigurazione, dove Dio ha mostrato a 3 apostoli tutto il suo splendore e la sua gloria. Quello che sempre mi ha affascinato di questo episodio, è la voglia dei tre uomini di stare con Gesù, di chiudersi tra di loro perché si sta bene; Cristo invece indica che il loro compito è quello di andare nel mondo per manifestare e testimoniare con la propria vita e con il proprio amore la gloria e la grandezza di Dio che hanno potuto vedere e sperimentare. Come indicazione pastorale per le nostre parrocchie, associazioni e per tutti i cristiani, direi che è ancora più che attuale! Dopo l’immancabile pausa-pranzo in albergo, iniziata con un’ora di ritardo a causa di un traffico nelle vie di Nazareth decisamente peggiore delle peggiori code nella Brescia dei cantieri di questi mesi, il pomeriggio è stato dedicato alla visita a piedi per le vie della città. Abbiamo così potuto addentrarci per i quartieri arabi della città, compresi gli stretti vicoli e la zona del mercato. Visitare un luogo significa anche entrare a contatto con le vie e i quartieri dove la gente vive e lavora, assaporando anche i gusti e gli odori del luogo. Luogo più importante della Nazareth cristiana è la basilica dell’Annunciazione, edificio sicuramente significativo, ma che dovrebbe fare da monito sul come non rovinare la magia e la bellezza di un posto costruendo con materiali che con quel luogo non c’entrano assolutamente nulla, come il cemento armato che impera nella basilica. Calda ed emozionate la Messa celebrata di fronte alla grotta che la tradizione vuole essere quella dell’Annunciazione. Uno dei motivi per cui è difficile avere certezze del fatto che i luoghi venerati siano quelli effettivamente dove sono successi gli avvenimenti conosciuti, è che queste terre hanno avuto una storia talmente travagliata che hanno cambiato “gestione” moltissime volte, e sempre con riutilizzi degli edifici, distruzioni e quant’altro. Romani, ebrei, arabi, crociati, arabi ancora, israeliani… tutti hanno lasciato il proprio segno (anche perché ancora tutti praticamente presenti!), ma a quale prezzo da tanti punti di vista… E quale fatica a convivere pacificamente in queste terre che dovrebbero essere un inno alla fratellanza e all’amore universale… Intanto il clima e l’affiatamento del gruppo migliora ora per ora, anche grazie alla scorribanda nella pasticceria centrale della città. In attesa (forse domani!) del mitico Kebab che qui si vende praticamente ovunque!

Diario dalla Terrasanta: 27 dicembre 07



Inizia questa nuova esperienza, a metà tra il viaggio ed il pellegrinaggio. Partenza a notte fonda (2.30), si dorme quando e come si può sia sul pullman che ci porta a Malpensa, sia sull’aereo che con un brusco atterraggio ci fa toccare terra israeliana. Ci accoglie un aeroporto moderno ma freddo, che si contrappone non soltanto ad un clima mite e temperato (gli abiti invernali che erano necessari per affrontare la fredda notte italiana vengono subito tolti e messi da parte per il ritorno) ma anche ad un paesaggio tipicamente mediterraneo. Nella campagna, a causa di recenti e rare piogge, predomina il verde come colore principale, rispetto al giallo ed al marrone che normalmente la fanno da padroni! Ottime infrastrutture, rigogliose coltivazioni di alberi da frutta, città moderne e dalle architetture avveneristiche accolgono il nostro gruppo che si porta a Cesarea Marittima. Lo sguardo fatica a scegliere se posarsi sul meraviglioso teatro (tutt’ora utilizzato) e sugli altri resti archeologici, oppure sul Mar Mediterraneo che ci regala dei colori intensi tra il blu e quelli tipici del tramonto. Sarà che abbiamo beccato la stagione giusta, sarà la giornata positiva, ma la prima impressione di questa terra promessa è senz’altro positiva. La visita continua poi per altre destinazioni che ci regalano solo una “toccata e fuga” ed il tempo per poche fotografie; nomi familiari che appartengono ad una storia comune a tutto il Mediterraneo e a tutta l’umanità. Il Monte Carmelo, Haifa e in serata Nazareth, che ci accoglierà per tre giorni come punto di appoggio per altre escursioni. Tra i tanti particolari che colpiscono il visitatore, è la presenza quasi ovunque (cartelli stradali, insegne, pubblicità, manifesti) della lingua ebraica a fianco di quella araba. Segno di una convivenza che spesso anticipa e si dimostra superiore di una politica che è invece incapace di trovare soluzione a problemi decennali. E’ una prima impressione positiva e di speranza che ci coglie, che però purtroppo deve scontrarsi subito con la notizia che ci giunge solo in serata, dell’assassinio di Benazir Bhutto in Pakistan. Altro esempio di come il cammino verso una convivenza pacifica spesso debba fare i conti talvolta con un passo avanti, talvolta purtroppo con due passi indietro. Ed è strana questa consapevolezza proprio nella terra che nel mondo, per eccellenza, è sinonimo di questa contraddizione del cammino dell’uomo.

martedì 18 dicembre 2007

Tanti auguri scomodi!

Per il mio augurio di buon Natale, prendo in prestito le parole del grande don Tonino Bello. Un abbraccio e un caldo augurio a tutti!

Carissimi,

non obbedirei al mio dovere di vescovo, se vi dicessi "Buon Natale" senza darvi disturbo.
Io, invece, vi voglio infastidire.
Non posso, infatti, sopportare l’idea di dover rivolgere auguri innocui, formali, imposti dalla "routine" di calendario. Mi lusinga, addirittura, l’ipotesi che qualcuno li respinga al mittente come indesiderati.
Tanti auguri scomodi, allora, miei cari fratelli!
Gesù che nasce per amore vi dia la nausea di una vita egoista, assurda, senza spinte verticali. E vi conceda la forza di inventarvi un’esistenza carica di donazione, di preghiera, di silenzio, di coraggio.
Il Bambino che dorme sulla paglia vi tolga il sonno e faccia sentire il guanciale del vostro letto duro come un macigno, finché non avrete dato ospitalità a uno sfrattato, a un marocchino, a un povero di passaggio.
Dio che diventa uomo vi faccia sentire dei vermi ogni volta che la carriera diventa idolo della vostra vita; il sorpasso, progetto dei vostri giorni; la schiena del prossimo, strumento delle vostre scalate.
Maria, che trova solo nello sterco degli animali la culla dove deporre con tenerezza il frutto del suo grembo, vi costringa con i suoi occhi feriti a sospendere lo struggimento di tutte le nenie natalizie, finché la vostra coscienza ipocrita accetterà che lo sterco degli uomini, o il bidone della spazzatura, o l’inceneritore di una clinica diventino tomba senza croce di una vita soppressa.
Giuseppe, che nell’affronto di mille porte chiuse è il simbolo di tutte le delusioni paterne, disturbi le sbornie dei vostri cenoni, rimproveri i tepori delle vostre tombolate, provochi corti circuiti allo spreco delle vostre luminarie, fino a quando non vi lascerete mettere in crisi dalla sofferenza di tanti genitori che versano lacrime segrete per i loro figli senza fortuna, senza salute, senza lavoro.
Gli angeli che annunziano la pace portino guerra alla vostra sonnolenta tranquillità incapace di vedere che, poco più lontano di una spanna, con l’aggravante del vostro complice silenzio, si consumano ingiustizie, si sfrutta la gente, si fabbricano armi, si militarizza la terra degli umili, si condannano i popoli allo sterminio per fame.
I poveri che accorrono alla grotta, mentre i potenti tramano nell’oscurità e la città dorme nell’indifferenza, vi facciano capire che, se anche voi volete vedere "una gran luce" dovete partire dagli ultimi. Che le elemosine di chi gioca sulla pelle della gente sono tranquillanti inutili. Che le pellicce comprate con le tredicesime di stipendi multipli fanno bella figura, ma non scaldano. Che i ritardi dell’edilizia popolare sono atti di sacrilegio, se provocati da speculazioni corporative. Che il numero 167 non è la cifra di matricola data ai condannati dal sistema. Che i ricorsi a tutti i T.A.R. della terra sono inammissibili quando a farne le spese sono i diritti sacrosanti di chi non conta mai niente. Che i poveri, i poveri veri, hanno sempre ragione, anche quando hanno torto.
I pastori che vegliano nella notte, "facendo la guardia al gregge" e scrutano l’aurora, vi diano il senso della storia, l’ebbrezza delle attese, il gaudio dell’abbandono in Dio. E vi ispirino un desiderio profondo di vivere poveri: che è poi l’unico modo per morire da ricchi.
Buon Natale! Sul vostro vecchio mondo che muore nasca la speranza.
don Tonino, vescovo - 1985

sabato 1 dicembre 2007

Il viaggio della vita



qualche giorno fa, girando qua e là tra le cartelle del computer, ho recuperato questo testo, che ho scritto nel 2001. Segno che invecchio! Ve lo butto lì così, per dargli uno sprazzo di eternità! Come al solito, se volete dare il vostro commento, è ben accetto...


Correre;

eccola la regola che gli uomini d’oggi dal cuore grigio e vecchio

vogliono imprimere nelle nostre menti.

una corsa irrefrenabile verso una meta non conosciuta nel suo essenziale
ma ben nota nell’effimero.
“L’essenziale è invisibile agli occhi”,
disse la saggia volpe a quel bimbo dai capelli dorati che le chiedeva dell’amicizia.
Ci siamo ormai troppo abituati a volare.

Ma non un volo come quello di coloro che nella vita puntano in alto,

non come chi mira ad un luce forte nel cielo,
capace di dare un nuovo colore all’esistenza.
Chi vola va veloce, troppo veloce.

non ha il tempo di avventurarsi veramente in questa fitta foresta che è la vita.
non ha il tempo e non può, perché dall’alto la vedi solo di lontano.

Che spreco il volare così.
Potremmo invece scendere da questo volo,
e cambiare il mezzo che ci porta nella vita.
Scendete con lo sguardo fino in fondo,
fino a trovare alla punta delle gambe due fantastici piedi,
che possono portarci ovunque.
E come ci portano.
Certo il tempo impiegato non è quello del volo,
ma quanta la differenza!
Molto maggiore è la fatica,

ma le gioie vere della vita e le soddisfazioni

non sono mai senza di essa.
Stupendo invece l’immergerci fino al collo in questa vita,
starci dentro, succhiarla, vivere in pienezza!
Ed allora il nostro viaggio sarà molto più faticoso,
e quanto tempo in più richiederà sull’ormai necessaria tabella di marcia.
E quante paia di scarpe cambieremo,
magari a volte chiederemo anche aiuto a qualche bicicletta,
ma stupendo sarà il sentire
di aver morso davvero questa vita,
e di non averla solo sfiorata con la labbra.

sabato 24 novembre 2007

neve...

sarà che è sui monti sta arrivando la neve (bene perchè le mie ciaspole fremono!), sarà qualche momento di ispirazione pseudo-poetica, l'altro giorno mi è venuto il pirlo e ho provato a buttare giù una poesia. Più o meno era la prima volta che ne scrivevo una... Ve la butto lì.

Neve.

Scende freddo e soffice quel fiocco
così minuto e veloce a sciogliersi al solo tocco
e alla mente solo d’impotenza un’idea può venire.
Neve.
Ora è l’unirsi di quel fiocco con i suoi fratelli
e scende una bianca coltre come tanti grandi ombrelli
coltre che il mondo copre dipingendo un unico bianco.
Neve.
Ecco compiuto ancora una volta il miracolo.
Dislivelli appianati, rumore ovattato… soave spettacolo.
Una bianca magia che ancora una volta tutto copre e tutto fa dormire.
Neve.

lunedì 19 novembre 2007

Recensioni film

Sul sito trovate delle nuove pagine, con le recensioni di alcuni film, che probabilmente molti di voi non hanno mai visto e sentito nominare, ma che per me sono dei veri e propri capolavori!
L'ultimo che ho visto è di Ermanno Olmi, "Centochiodi", veramente bello e metaforico sulla necessità di fondare la propria cultura sull'esperienza e sui rapporti umani (anche quelli più semplici) più che su sapere e una conoscenza asettica e fredda dericante dai libri. La frase simbolo del film è "tutti i libri del mondo non valgono come un buon caffè con un amico"...
Altri film che consiglio vivamente sono:
- Insalata Russa
- Ogni cosa è illuminata
- Good Bye Lenin
- Les Choristes
- Vai e Vivrai
E presto ne metterò altre di schede (Train de Vie e molti altri)...
Se qualcuno di voi ne ha visto uno di questi (o anche più di uno), facciamo che proviamo a scrivere un commento, così per vedere se le mie impressioni e il messaggio che ho colto di questi film è condiviso! Avanti con i commenti...

sabato 17 novembre 2007

Benvenuti

Ciao gente! Benvenuti!

finalmente anch'io attivo un mio blog! Un po' perchè va di moda (ma quando mai seguo le mode...), un po' perchè iniziano ad averlo cani&porci, un po' perchè può essere un bello spazio virtuale di discussione o per buttare lì un po' di cosette...

Cosa ci metterò non lo so. Aspetto anche da voi il "via" per alcune discussioni... Vedremo se funzionerà...

ciao

Roberto