martedì 1 giugno 2010

Ai "miei" adolescenti di Prevalle


Carissimi,
da tempo pensavo di scrivervi una lettera per condividere con voi alcuni pensieri e sentimenti. Il bel-lissimo messaggio che mi avete letto alla festa dell’oratorio (insieme al regalo del quale vi ringrazio di cuore) mi ha dato un ulteriore stimolo a riguardo. Anche perché quella sera avrei avuto molte cose da dirvi ma l’emozione (e la commozione) e la sorpresa mi hanno fatto uscire solo alcuni pensieri confusi.

La scelta di cambiare lavoro non è stata facile e, come tutti i distacchi, costringe a guardarsi dietro. Tredici anni sono veramente tanti; la maggior parte dei ragazzi delle medie di adesso non era neppure nata quando iniziai a fare l’educatore al CAG di Prevalle! Ho conosciuto centinaia di persone e ho con-diviso con questa comunità molti momenti di gioia, di lavoro, di soddisfazione, ma anche di fatica, di difficoltà e pure di dolore (il pensiero va ad alcuni ragazzi che non ci sono più: Luca, Nadir, Usman…).

Scorrendo con la memoria questi anni vedo tante riunioni, iniziative, attività, gite, feste, giochi, compiti e molto altro. Ma soprattutto vedo i volti di tante persone: bambini, ragazzi, adolescenti, educatori, giovani, genitori, sacerdoti, volontari, amministratori e funzionari comunali, operatori sociali, volonta-ri delle associazioni ecc. Non lo dico certo per piaggeria, ma il distacco più difficile sarà soprattutto con voi adolescenti. Alcuni di voi erano alle elementari quando ci siamo conosciuti ed ora sono maggioren-ni!
Vi auguro di cuore di vivere una vita in pienezza, non limitandovi a sopravvivere come fanno molti. Dio ci ha dato una sola vita non certo per vivere ognuno per sé come delle isole deserte! Tutte le iniziative ed i progetti (come MyTown) che abbiamo fatto e che continueranno, vogliono aiutarvi a gustare la bellezza del vivere e del darsi da fare in una comunità. Cercate la vostra strada per ritagliarvi un ruolo nel vostro paese, attraverso il servizio in oratorio, nelle associazioni, nel volontariato, nella politica. Vivere la vita in pienezza significa anche questo; cercare di rendere un po’ migliore questo mondo…

Nel brano del libro “Il piccolo principe” in cui si racconta dell’incontro con una volpe, l’animale chiede di essere addomesticato. Chiede cioè che si crei un legame, che si instauri una relazione significativa. E specifica che per questa cosa serve pazienza. Ma alla fine, quando questo legame è stato creato ed è giunto il momento che i due si lascino, la volpe ricorda al piccolo principe che lui diventa responsabile per sempre di quello che ha addomesticato. Andate a leggere questo capitolo (e magari l’intero libro); ne vale la pena! Questo testo mi ricorda la responsabilità dell’aver creato dei legami significativi con voi. La distanza ed il fatto di vedersi molto di meno saranno sicuramente un ostacolo, ma i rapporti personali con delle basi solide sono destinati a durare. Dipende da noi! E poi sapete che la mia casa è sempre aperta! Basta trovarmi…

Sono molte le cose che vorrei dirvi in questa lettera. Ma non avrebbe neanche senso scrivervi cose che spero invece di avervi trasmesso in questi anni di esperienze e di momenti insieme. Vi chiedo scusa per le volte in cui mi sono dimostrato impaziente e non ho saputo accogliervi e ascoltarvi come avrei dovuto fare.
Il regalo più bello che potete farmi (oltre a quello stupendo che mi avete già dato), è quello di continu-are a partecipare alla vita di Punto, dell’oratorio e del paese in modo attivo, da protagonisti, sentendo vostra la comunità al punto di avere il bisogno di fare qualcosa per gli altri.

Grazie ancora dei bei momenti passati insieme, della vostra amicizia e di... esservi lasciati addomesticare!
Vi abbraccio tutti con tantissimo affetto e tanta amicizia, nella speranza che il legame che abbiamo cre-ato insieme non venga scalfito dal tempo! Dipende da noi! Vi voglio bene fesss…


Vostro Roberto