giovedì 22 luglio 2010

Diario di Bordo viaggio in Perù - parte UNO



Raccontare in poche righe la prima settimana in Perù è veramente difficile. Nella mente scorrono innumerevoli immagini di paesaggi e di volti. Arrivando a Lima la prima impressione non è sicuramente positiva: una città enorme e caotica, con una cappa di nuvole e smog che mantengono il clima costante sui 20 gradi per tutto l’anno (e senza mai una goccia di pioggia) ma che impediscono anche di vedere il sole ed il cielo limpido. Poi la partenza per la regione di Huanuco attraverso un passo a quasi 5000 metri di altezza, dal quale passa una ferrovia che fino a pochi anni fa era la più alta del mondo. Nella città di Huanuco siamo ospiti di Giancarlo e della sua famiglia, volontario ormai storico e importante punti di riferimento per l’Operazione Mato Grosso, che in Perù ha il maggior numero di missioni e la sua base operativa. A Huanuco ha sede un centro logistico (dove vengono smistati anche i viveri e i vari materiali per le missioni) che serve le missioni della regione. La città si “vanta” di avere il miglior clima del mondo! In effetti la temperatura in questa stagione, che qui è praticamente quella fredda, oscilla costantemente tra i 15 ed i 25 gradi con un vento molto gradevole. Grazie alla grandissima disponibilità e passione per queste terre (a cui tanto ha dato) di Giancarlo, riusciamo a organizzare i nostri giorni di permanenza. Primo giorno di riposo e di visita alla città e al sito archelogico di Kotosh, i cui primi insediamenti risalgono al 2000 a.C. E poi il giorno successivo si parte per due giorni di escursione a Tingo Maria, la porta della foresta amazzonica. Ci si arriva in 2 ore di macchina, salendo per monti con pochissima vegetazione e trovandosi (dopo aver attraversato un tunnel di poche centinaia di metri), in mezzo ad un ambiente completamente diverso. Tingo Maria ha un clima decisamente umido e caldo; per fortuna abbiamo trovato due giornate non particolarmente calde e soleggiate. Victor, la nostra guida, ci prepara un itinerario “naturalistico”, tra cascate da raggiungere a piedi, laghi da favola circondati da alberi giganteschi, rettilario (con tanto di serpenti che vogliono metterci addosso per una foto ricordo) e parchi naturali a vedere una fantastica grotta con tanto di uccelli preistorici e pipistrelli. La cosa che più colpisce di questa regione è la vegetazione, fittissima e completamente diversa dalla nostra. Una vegetazione che però nasconde anche le piantagioni di coca. La città infatti è piena di poliziotti e militari (c’è una base finanziata dagli americani per combattere il narcotraffico). La guida ci dice che negli ultimi anni la coltivazione della coca è stata soppiantata da cacao e caffè ma le statistiche parlano di un aumento negli ultimi anni del 25-30% del traffico di coca dal Perù. Caratteristica di questa città (ma in realtà di quasi tutto il Perù) è la presenza di poche macchine e di moltissimi mezzi simili a degli Ape. Vedere le strade piene di questi strani mezzi è veramente curioso e ricorda le strade delle città indiane e cinesi. Per il pernottamento siamo sistemati a “Villa Jennifer”, da un danese che anni fa si è fermato qua con sua moglie (peruviana) ed ha creato un piccolo e incantevole albergo immerso nella vegetazione, dove possiamo iniziare ad apprezzare l’ottima cucina locale. Il ritorno dalla nostra escursione amazzonica è piuttosto avventuroso grazie ad un tassista che guida per 2 ore e mezza in montagna sotto una pioggia torrenziale; peccato che non vadano gli abbaglianti e i tergicristalli funzionino a tratti! Il giorno dopo partiamo invece per 3 giorni nel cuore delle Ande di questa regione. Partiamo prima dell’alba per affrontare quasi 8 ore di stradine a strapiombo tra i 3000 ed i 4000 metri di altezza, quasi tutte sterrate e con un autista alquanto “originale”, guidando sempre e solo in terza! Nonostante le condizioni dopo un viaggio del genere, ci avventuriamo in un breve trekking a quasi 4000 metri di altezza per riuscire a vedere la vetta della meravigliosa Cordigliera Huayhuash, di 6634 metri! Purtroppo le nuvole ci hanno lasciato soltanto qualche sprazzo di sereno qua e là, ma l’escursione è comunque affascinante, anche quando a causa della pioggia siamo costretti a rifugiarci in una casa di campesiños, che ci offrono formaggio e della fantastiche patate. Dopo aver trascorso la notte e aver partecipato alla messa nel paese di Baños, finalmente partiamo per visitare le vicine missioni dell’Operazione Mato Grosso. Lungo la strada troviamo anche un piccolo inconveniente: un enorme masso è franato ed impedisce il passaggio. Ci sono alcune persone che utilizzando dei “crik” come leva, stanno cercando di buttarlo giù dalla scarpata, gridando per avvisare un campesiños che sta lavorando nei campi a fondo valle. Dopo circa mezz’ora il lavoro è fatto e possiamo ripartire alla volta di Llata, che è stata la prima città a dichiararsi libera dalla dominazione spagnola in tutta l’America del sud. Nella cittadina (che conta circa 10.000 abitanti) la parrocchia è diretta da don Andrea che viene da Ome. L’accoglienza è fantastica e si percepisce la voglia di raccontare a qualche amico il lavoro che stanno facendo. La parrocchia è veramente un luogo di testimonianza forte del messaggio evangelico. E’ sempre aperta ai poveri (che qui non mancano certo e che possono trovare sempre un pasto caldo e degli aiuti non solo materiali) e alle persone che hanno bisogno. Le attività caritative e di catechesi sono gestite da don Andrea e da molti collaboratori volontari che vivono insieme secondo lo spirito delle prime comunità di apostoli. Essere accolti in questo spirito di fraternità (comune a tutte le missioni e parrocchie dell’Operazione Mato Grosso) è veramente una grazia e uno stimolo sotto molti punti di vista. Visitiamo la cittadina accompagnati da don Andrea che ci racconta anche delle tante situazioni di povertà che qui si incontrano. Le case (come in quasi tutto il Perù) sono tutte costruite con i mattoni di fango e coperte da tetti di lamiera o di paglia per i più poveri. In queste settimane tra l’altro quasi tutte le case sono completamente dipinte con slogan e simboli dei vari partiti e candidati alle prossime elezioni. Speriamo che quest’abitudine non arrivi in Italia! Colpisce poi vedere anche nei paesini più dispersi che lo stato ha costruito una piazza con fontana e aiuole ovunque, non preoccupandosi però della situazione di estrema povertà e della mancanza di servizi di base (acqua, fognature ecc.) in cui vive la maggioranza della popolazione di queste terre. Come in quasi tutti i paesi in queste condizioni, la maggior parte dei giovani si sposta nelle vicine città per studiare e per cercare lavoro, andando poi spesso ad ingrossare le baraccopoli (a Lima ne abbiamo viste alcune). Si cerca in ogni modo di sfuggire ad una vita dura basata sulla sussistenza e su una povertà che difficilmente qui si riuscirà a combattere. Proprio per questo uno dei progetti principali dei volontari dell’OMG è quello che ha creato scuole e cooperative per la costruzione di mobili che poi vengono venduti in Perù, in America e soprattutto in Italia. Prima di partire per andare a visitare una di queste cooperative di lavoro che si trova a Chivilla, andiamo a trovare madre Beatrice, che vive sui monti che circondano Llata insieme ad una trentina di ragazze che studiano in una scuola magistrale creata dell’Operazione Mato Grosso. L’ambiente naturale qui come altrove è fantastico, ma le scomodità non mancano: 30 ragazze che studiano e vivono in due stanzoni! L’aula diventa anche mensa spostando le panche, e si cucina all’aperto sotto un portichetto perché gli spazi all’interno non sono sufficienti. Le ragazze che finiranno la scuola (durante la nostra visita stavano iniziando l’esame del primo anno) avranno però un lavoro sicuro nelle scuole gestite dall’operazione. E questo non è poco qui… Riusciamo anche a visitare una scuola pubblica, che si sta preparando in grande alle celebrazioni per la festa della Patria che si celebra il 28 luglio e che è attesissima da tutti. Dopo aver salutato don Andrea (che lasciamo in una frazione poco distante per celebrare una Messa, insieme a 4 bambini che hanno saltato la scuola per andare a fare i chierichetti…) scendiamo a Chivilla nella cooperativa che da lavoro ad una trentina di giovani, gestita da Giuseppe di Galbiate e da sua moglie Nadia, che ha appena avuto la seconda bambina. Le strutture sono veramente fantastiche e tutte addobbate con i bellissimi lavori frutto della cooperativa. Vedere come vengono realizzati, decorati e pitturati i mobili che tante volte abbiamo visto nelle mostre o nelle case di amici è veramente interessante e stupendo. Così come è edificante vedere lo spirito di comunità con il quale vivono e lavorano tutti i ragazzi e la coppia di italiani che li anima. Dopo la visita ripartiamo per tornare a Huanuco; il nostro autista non ha particolarmente fretta e arriviamo verso le 19.30 da Giancarlo, giusto il tempo per scambiarsi racconti e impressioni, e lasciarli le tante fotografie scattate durante le escursioni di questi giorni. Giancarlo nel frattempo ci ha organizzato lo spostamento a Lima ed i giorni successivi; il giorno dopo ci accompagna all’aeroporto dove prendiamo il volo per Lima (decisamente più rapido e comodo del pullman!), dove arriviamo in tempo per il pranzo con i volontari italiani che lavorano nella “sede centrale e operativa” dell’OMG. La casa è in realtà anche un centro di accoglienza per i tanti volontari (temporanei e permanenti) e le altre persone (turisti, parenti ecc.) che devono passare da Lima per qualunque motivo; è un vero e proprio “porto di mare” ma lo spirito di accoglienza è come sempre fantastico. Giusto il tempo di riposare un po’, fare una passeggiata per il quartiere e cenare. Poi a dormire presto perché il giorno dopo ci attende il volo per Cuzco allle 5.45! Così potremo visitare la parte nord del paese, sicuramente più turistica di quella vista fino ad ora, che probabilmente ci farà conoscere meglio il passato di questo paese. Il presente, quello dei campesiños e della gente che vive nella foresta e sulle Ande, possiamo dire di averlo conosciuto meglio in questi giorni e tra le missioni visitate.

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